martedì 3 luglio 2012

Cellule staminali, un'arma in più contro le malattie



A cura di: Ufficio Stampa Sorgente


Li riconosci dallo sguardo: sono i genitori che stanno combattendo una guerra che a volte sembra invincibile Avere il proprio figlio malato è sicuramente la guerra più importante che ha bisogno di una grande forza d'animo ma che può essere arricchita con nuove armi: informazione e aggiornamento sullo stato dell'arte delle bio-banche per la conservazione cellule staminali. Le storie di queste famiglie si assomigliano anche se sono a migliaia di chilometri di distanza e gli esempi che si potrebbero fare sono 
altrettanti.
Per cominciare, in Illinois, grazie a un trapianto autologo di cellule staminali cordonali conservate alla
nascita, una bambina di nove anni ha sconfitto già da sei anni una leucemia linfoblastica acuta

1. A Osnabrück, in Germania, il piccolo Jan è stato salvato dal sangue del cordone ombelicale del suo fratellino, 
grazie al quale è stata trattata la sua anemia aplastica (una disfunzione nella produzione di midollo osseo) e
oggi è tornato a casa felice

2. La mamma di Jan, Annette Hömme, sorride e dice: "Grazie al trapianto, Jan può 
finalmente fare quasi tutto ciò che fanno gli altri bambini della sua età. Oggi sappiamo che la sua malattia
poteva essere trattata così già in precedenza se il sangue del suo stesso cordone ombelicale fosse stato
disponibile".
L'elenco che racconta di queste battaglie e di questi genitori-guerrieri potrebbe continuare: Mohammed,
sette anni, sta combattendo una rara malattia genetica che lo priva delle difese immunitarie grazie al
trapianto di cellule staminali cordonali prelevate dal fratello minore

3; oppure Charlie Whitaker, che a 
quattro anni ha smesso di sottoporsi alle continue trasfusioni cui era costretto a causa dell'anemia di
Blackfan-Diamond, malattia che inibiva in parte la produzione di globuli rossi

3. C'è anche Dallas Hextell, 
affetto da paralisi cerebrale, che grazie al trapianto autologo di cellule staminali del cordone ombelicale oggi
è in grado di sorridere, camminare e parlare.

4.Tutte queste sono storie diverse ma i percorsi sono simili. Genitori e figli che insieme si trovano a 
fronteggiare il peggiore attacco possibile, ma che si sono fidati e affidati a terapie sperimentali e che hanno
investito sul presente per assicurare il futuro del loro bambino.
Per maggiori informazioni: www.sorgente.com


Note:
1 Il caso è stato presentato sulla prestigiosa rivista specializzata "Pediatrics" con un articolo dal titolo:
“Blood Transplantation in the Treatment of a Child With Leukemia.” (Pediatrics 2007; 119: e296-e300)
2 Trapianto eseguito in data 26 settembre 2005 presso la Facoltà di Medicina di Hannover
3 Fonte: ADUC - Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori
4 Fonte: Los Angeles Times

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